India: festività e tradizioni

L’india è un grande paese multiculturale e multireligioso dove gli usi e costumi variano secondo la religione di appartenenza e l’area in cui cui ci si trova. Induisti, buddisti, sikh, islamici, cristiani, sono fortemente legati alle loro tradizioni e la loro fede influenza gli usi e i costumi, tuttavia si può affermare che è la cultura induista a giocare un ruolo fondamentale, anche se alcuni comportamenti e alcune festività sono comuni a gran parte della popolazione.

In India, in qualunque regione ci si trovi non è difficile imbattersi in bovini che girano liberamente per strada e ciò è dovuto al fatto che per gli indù le vacche sono sacre. Dare cibo a questi animali viene considerato un atto di devozione e, naturalmente, non venivano macellate. Oggi alcuni stati indiani, come il Gujarat hanno varato leggi ad hoc per la loro protezione, in altri invece gli indù se ne cibano tranquillamente.

E che dire del fiume sacro? Il Gange è sacro per gli indiani che, almeno una volta nella vita, dovrebbero fare un’abluzione nelle sue acque e i luoghi prescelti per questa cerimonia sono le città sante, in primo luogo Benares e Haridwar. Bere le acque del fiume porta inoltre la bendizione del dio Vishnu e in ogni casa indiana è presente una boccetta che contiene l’acqua del fiume sacro.
A Benares giungono induisti e jainisti in pellegrinaggio da tutta l’India e lungo i suoi ghats (moli) ogni giorno una folla di fedeli procede alle abluzioni. Anche morire a Benares è considerata una grazia per i fedeli e lungo le sponde sono molti i luoghi destinati alla cremazione dei defunti. Seppure la città non offra particolari monumenti, sono migliaia i turisti che giungono qui per assistere ai riti che si svolgono sulle sponde del fiume.

La spiritualità indiana si manifesta però anche in molte altre forme e i cosiddetti santoni, i sadhu, sono senza dubbio una delle manifestazioni più significative. I sadhu sono fedeli che fanno della mortificazione e della meditazione le loro regole di vita per raggiungere l’illuminazione. Vengono considerati degni di grande rispetto perché sono maestri di spiritualità e, spesso, attorno a loro si raccolgono diversi discepoli. Li si può incontrare agli angoli di strada, ma si può anche andare nel luogo che hanno prescelto per la loro meditazione e un incontro con loro lascia di sicuro il segno.

La religione induista prevede anche un grande numero di festività che gli indiani celebrano con una grande partecipazione e assistere a queste cerimonie, che a volte hanno durata anche di alcuni giorni, è un’esperienza davvero memorabile.
La più celebre delle feste indiane è Holi, corrispondente al nostro Carnevale in cui si celebra l’inizio della primavera. Al posto delle maschere ci sono i colori e tutti si dipingono volto e mani per sfilare in strada, cantare, fare scherzi, danzare e mangiare dolcetti. Seppure festeggiato in tutta la nazione, Holi è particolarmente interessante da seguire nelle località del nord, dove i festeggiamenti iniziano quaranta giorni prima e il non plus ultra è a Delhi.
Particolarmente suggestivo è il festival dedicato al dio Ganesh, il dio con la testa di elefante, di cui vengono preparate gigantesche statue di argilla che vengono poste in ogni quartiere per la venerazione dei fedeli e al termine vengono immerse in acqua, del fiume o del mare, per simbolizzare il ritorno del dio alla propria casa. A Mumbai, Bangalore e Hyderabad i festeggiamenti sono davvero solenni.

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